Qualcosa su iPad

Facciamo qualcosa su iPad?

Credo che nel corso del 2011 questa sia stata la domanda più ricorrente da parte di amici, colleghi e potenziali clienti. Dare una risposta positiva a una proposta del genere non poteva che aprire lunghi dibattiti su cosa si sarebbe potuto fare. Ma poi, puntualmente, tutta l’eccitazione del primo momento faceva i conti con costi e numeri (un anno fa i tablet in Italia erano oggettivamente pochi). Così la maggior parte delle volte i discorsi sfumavano e si decideva di aspettare tempi migliori. Fondamentalmente, l’iPad e la categoria dei tablet, sono stati per l’universo IT l’unica vera e potente novità degli ultimi tempi e il loro fenomenale livello di penetrazione nel mercato lo dimostra. Secondo Gartner, la crescita delle vendite dei tablet e quindi la loro espansione nel mercato, continuerà in modo sostenuto fino al 2015.  Resta il fatto che questi dispositivi siano nati prima dell’esigenza che avrebbe dovuto generarli e ciò ha creato un po’ di confusione. Ecco perché molti continuano ancora adesso a chiedersi, “Sì, vabbè, è bello, ma cosa ci faccio?” Nessuno mi ha mai chiesto a cosa serva un’affettatrice o un libro, ma molti ancora adesso continuano a domandarmi a cosa serva un tablet.

La domanda giusta

In realtà, la domanda da porsi non è “cosa” ci fai, ma “come” lo fai. Non c’è nulla che tu faccia con un tablet che non possa fare anche con un Pc. Io posso leggere giornali e navigare sul web anche col netbook più datato, ma vuoi mettere cosa vuol dire muoversi senza cavi di alimentazione, toccare direttamente lo schermo con le dita, essere immediatamente operativi? E potrei continuare per ore! Ora, se ci rendiamo conto che un tablet è uno strumento nuovo (ormai neanche tanto) che permette di fare meglio alcune cose che prima pensavamo in maniera diversa, allora possiamo finalmente fare qualcosa su iPad! E allora la lista diventa infinita: possiamo realizzare cataloghi digitali da distribuire autonomamente senza spendere soldi in stampa e distribuzione, possiamo correggere quel prezzo sbagliato senza dover ristampare 5.000 brochure, possiamo pubblicare la nostra rivista free press puntando sui numeri e sugli investimenti pubblicitari, possiamo darne uno a ogni venditore per mostrare ai clienti i nostri prodotti ruotandoli a 360 gradi e chi più ne ha più ne metta…
Se il 2011 è stato l’anno della comprensione, della formazione e degli esperimenti, il 2012 dovrà, per forza di cose, essere l’anno dei fatti. Il digital publishing non è più un miracolo, è una solida, comoda verità…

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